Sanremo 2022, il ritorno di Ornella Muti: ritratto di una diva

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Fuori dal set preferisce che la si chiami Francesca. Francesca Romana Rivelli. Invece sul palco del Festival di Sanremo, dove Amadeus l’ha voluta per la serata inaugurale, sarà Ornella Muti. È un impegno che la gratifica: «Vuol dire essere parte di una cosa bella in un momento difficile, vuol dire entrare nelle case di tutti gli italiani».

Nei sogni degli uomini, invece, Ornella Muti entrò a soli 14 anni. La volle il regista Damiano Damiani per il film La sposa più bella (1970), sulla storia di Franca Viola, la ragazza rapita in Sicilia che rifiutò il matrimonio “riparatore” con l’uomo che l’aveva presa. La scelsero per caso, perché aveva accompagnato al provino per il film la sorella Claudia, attrice di fotoromanzi. Damiani la vide e disse: «Voglio lei». Le impose un nome e discutibili lezioni di recitazione: per farla piangere sul set la picchiava con fascine di legno sulle ginocchia. «Mia madre osò chiedere perché e lui la guardò come per dire “voi dovete essere grati del fatto che questa ragazza lavori”». Francesca si adeguò perché in casa, dopo la morte del padre avvenuta due anni prima, dovevano lavorare tutte.

Il papà, napoletano, allegro, le ha lasciato un grande vuoto: «È morto che ero tanto piccola e ne avevo così bisogno». La mamma, artista estone, oltre agli occhi indimenticabili le ha donato uno spirito un po’ nomade, «forse per il sangue slavo». Ma il sorriso, che è uno splendido enigma, è tutto suo.

Dopo 50 anni di carriera e oltre 90 film alle spalle, non ama rivedersi: «Non amo bearmi di me, mi fa orrore». I nomi con cui ha lavorato sono quelli grandi: Dino Risi, Mario Monicelli, Marco Ferreri, Ettore Scola, John Landis, Paolo Virzì, Francesca Archibugi e Woody Allen. Fin da giovanissima è stata amata da registi «cinici, secchi. Io vivevo come a Disneyland, capivo poco, non sapevo niente, non ero nessuno».

Sempre giovanissima, a 17 anni, rimase incinta: «Più che altro ho avuto incoscienza. Ho sempre seguito il mio istinto e sono stata educata al dovere dalla mia mamma nordica». Con il pancione, fantasticava sul popolo degli indiani e sul figlio di Kociss, Naike, e così chiamò la bambina che venne alla luce: «Non sapevo se nasceva maschio o femmina. Volevo un nome che andasse bene per tutti e due». L’uomo con cui concepì la bambina non voleva diventare padre, Ornella Muti prese su di sé tutto l’onere e non ha mai rivelato a nessuno, neppure a Naike, chi fosse lui.

Poi si sposò con l’attore Alessio Orano, nel 1975, conosciuto mentre giravano il loro film d’esordio, La moglie più bella. La storia finì nel 1981, quando nella vita della Muti entrò l’imprenditore Federico Facchinetti, con cui l’attrice ebbe i due figli Carolina (1984) e Andrea (1987), e che fu per Naike un vero padre. Con Facchinetti si sposarono nel 1988, in una chiesa a Martinengo, non lontano da Bergamo. Ornella Muti era ormai nota non solo in Italia ma la cerimonia fu molto discreta, con pochi invitati e la sposa in un abito romantico con maniche lunghe e gonna a balze, i capelli raccolti a crocchia sulla nuca. Allora raccontò: «La cerimonia mi è piaciuta da morire. Una piccola chiesa, tanti fiori e Carolina che per tutto il tempo ha voluto restare tra noi due sull’altare. Mi spiace solo non averlo fatto prima». Un matrimonio che finì con amarezza nel 1996. Suo marito era rimasto coinvolto in un giro di cambiali e arrestato per bancarotta fraudolenta nel 1994: allora l’attrice si accorse di essere stata coinvolta a sua insaputa con assegni falsificati da lui.

Ornella Muti, intanto, era diventata un’attrice apprezzata anche all’estero e un’ossessione un po’ ovunque. Fra gli anni Ottanta e Novanta in Francia, dov’era per girare un film, le cronache la definivano la «donna più bella del mondo» e magnificavano il suo corpo «assicurato per cinque miliardi di lire». A Hollywood le affibbiavano flirt con Sylvester Stallone: «È stato detto che mi corteggiava, addirittura che voleva un figlio da me. Sciocchezze». In Italia si parlò di un amore con Adriano Celentano, nato mentre giravano Il bisbetico domato. Ai tempi nessuno confermò ma pochi mesi fa il cantante ammise la relazione facendo innervosire Ornella Muti: «Trovo grave questa presuntuosità maschile. Se lo decidono loro, devi stare zitta. Se lo decidono loro, possono raccontarlo», ha detto al Corriere della Sera.

Per il suo aspetto fisico le facevano fare la disinibita ma lei si sente tutt’altro: «Quando interpreto queste figure provocatrici riesco a tirare fuori tutto ciò che ho dentro, ma che nella vita non riesco a fare. Io vorrei provocare, ma sono trattenuta». Una volta individuò nel padre la radice del suo pudore: «Proibiva a mia madre di girare in sottoveste in casa. Senza dubbio ciò mi ha segnata». Mentre tutti la definivano diva, lei si schermiva: «Sono stata solo l’attrice più conosciuta nell’ultimo periodo del grande cinema italiano, quando già il nostro divismo stava finendo. Sono stata fortunata: ho preso la coda». Per provarlo, faceva scelte anticonformiste, come quando recitò in uno spot per una marca di assorbenti (con la regia di Carlo Verdone), o quando scelse di non fare uno 007 con Roger Moore in nome dell’amicizia: «Volevo che i vestiti li facesse un mio amico costumista».

Ornella Muti, nonna a 41 anni, dopo aver chiuso la sua ultima storia d’amore con Fabrice Kerhervé, vive sul cocuzzolo di una collina piemontese, piena dell’amore che prova per tre figli, tre nipoti e per i due maialini che ha in casa. È ambientalista e ha fondato, con Naike, un’associazione culturale che produce e commercializza cannabis terapeutica. E fa molta meditazione: «Medito e riconosco quanta polvere c’è in giro».

Sanremo 2022, il ritorno di Ornella Muti: ritratto di una divaultima modifica: 2022-02-01T14:06:50+01:00da maross8