Luigi Di Maio orgoglioso di stare con una donna sexy

Di MaioLuigi Di Maio esce allo scoperto e, sulle pagine del settimanale “Vanity Fair”, racconta parte del suo privato, compreso il rapporto con la fidanzata Silvia Virgulti, esperta di comunicazione chiamata a lavorare per il M5S da Casaleggio. «Lei è laureata in Glottologia, esperta nella comunicazione televisiva: capitava spesso che le chiedessi qualche consiglio. A un certo punto è stato naturale baciarci, e da lì è stato un crescendo. Ora sono quasi due anni che stiamo insieme – racconta il vicepresidente della Camera, considerato dai più candidato premier in pectore per i 5 Stelle – conviviamo in una casetta a Trastevere. Ho trovato finalmente una persona che condivide la mia passione e non se ne sente danneggiata: le mie due precedenti ragazze “importanti” erano gelose, la politica per loro era un’amante».A chi gli domanda cosa comporti il fatto che la sua compagna sia maggiore di lui di 10 anni, «conta – spiega – perché mi sono sempre sentito più grande della mia età e ho avuto difficoltà con le mie coetanee, mentre con lei ho una compatibilità assoluta. E poi mi gratifica la fiducia che ripone in me. La differenza d’età non la sentiamo, e neanche si vede: Silvia è molto giovane fisicamente». E il fatto che sia di una bellezza piuttosto appariscente «mi piace. Che sia bella e sexy mi rende ancora più orgoglioso». Di Maio tocca anche l’argomento sesso, per lui «fondamentale. Se non c’è sesso non c’è relazione. Il massimo è avere il sesso con l’amore». Quanto alla possibilità di mettere su famiglia, «non subito Condividiamo, oltre a un progetto personale, anche quello per il Paese, che ora non lascia tempo ad altro. Silvia lo sa, ho messo le cose in chiaro fin da subito, anche se, quando non ti vedi per settimane, è normale avere qualche discussione. Detto questo, l’idea della famiglia c’è. I figli li vorremmo e, a quel punto, vorremmo anche il matrimonio. Sa, io sono credente. Non super praticante, ma la presenza di Dio la sento molto».  «Da primogenito con un padre molto rigido – se tornavamo dopo l’orario che ci indicava non si usciva più – ho sentito più degli altri il peso delle aspettative: dovevo eccellere. Ma visto che non ero un gran studioso, dovevo cercare un’alternativa. Solo che non avevo particolari doti carismatiche e, soprattutto, non sapevo giocare a pallone», continua quindi Di Maio, che racconta anche del rapporto con il padre. «Ovunque io andassi, sentivo il bisogno di far funzionare le cose, di migliorarle. È successo anche a Giurisprudenza, a Napoli. Mio padre però a casa mi faceva la guerra, pensava che sottraessi tempo allo studio. E soprattutto, da candidato del gruppo locale di Alleanza Nazionale, aveva idee opposte alle mie (…). Il culmine del conflitto l’abbiamo raggiunto quando sono entrato nel Movimento 5 Stelle. Il mio amico Dario De Falco mi ha convinto a sostenere la loro iniziativa legislativa Parlamento Pulito, e il nostro gazebo in piazza ha raccolto 380 firme in un pomeriggio. Tra i parlamentari inquisiti elencati sul volantino c’erano molti del suo partito. La sera, a tavola, c’era il gelo».  «Le cose tra noi sono cambiate veramente solo quando mi sono candidato per il Parlamento nel 2013 – racconta ancora Di Maio – Il fatto che ci fossero buone speranze che fossi eletto e la mia determinazione gli hanno fatto capire che facevo sul serio. Da quel giorno mi ha sempre sostenuto». A chi gli domanda se avesse mai immaginato che la politica sarebbe diventato il suo lavoro, «macché – replica – io volevo fare il poliziotto. Del resto non lo penso neanche adesso. La politica è un’esperienza di passaggio, per essere davvero libero devi avere un’autonomia professionale. Coprirò al massimo due mandati, e poi, se mi andrà bene, a 37 anni ne sarò fuori e potrò dedicarmi alla società di webmarketing dove mi aspettano gli amici con cui l’ho fondata all’università. Creare network, per esempio nel mondo dell’agricoltura: ecco il futuro».

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