Gabriele Muccino: “La rottura con mio fratello Silvio è come un lutto. Non lo vedo dal 2007”

gabriele e silvio muccino

Gabriele Muccino ha rilasciato una lunga intervista che è riepilogo della sua vita, professionale e non solo. Al Corriere della Sera il regista ha ripercorso gli esordi in tv, il successo del film ‘L’ultimo bacio’ e l’esperienza a Hollywood, ma anche la dolorosa vicenda privata che vede il fratello Silvio lontano dalla famiglia da 14 anni.

“Non lo vedo dal 2007, dopo questo tempo si elabora una sorta di lutto, non ha voluto incontrare me, in nessuna occasione, i miei figli, i miei genitori, mia sorella, ma anche Giovanni Veronesi, Carlo Verdone, ha fatto terra bruciata intorno a sé, lontano da tutti quelli che lo hanno amato”, ha raccontato il 54enne romano a proposito del fratello minore, anche lui attore e regista. “La sua scomparsa ha lacerato il tessuto familiare, a ognuno manca un fratello o figlio. Rimane inspiegabile, farà lui il bilancio della sua vita”.

E ancora: “A un certo punto ha fatto dichiarazioni su di me talmente gravi, descrivendomi come uomo violento. Sono state il napalm. Le carte giudiziarie dicono l’opposto, la vicenda si è chiusa con l’archiviazione. Nel libro ho voluto raccontare tutto, non mi faccio sconti come uomo e padre”, ha aggiunto Muccino che dell’accaduto parla nella sua autobiografia La vita addosso. Da parte sua, è partito il tentativo di un nuovo contatto, ma invano: “In uno degli ultimi due film cercai di fare una mossa di una forza sovraumana, di azzerare tutto ripartendo almeno professionalmente da dove avevamo interrotto. Ho scritto un personaggio per lui. Ma non ne ha voluto sapere. Ti risponde con gli avvocati e allora basta così”.

Parlando della sua carriera, invece, Gabriele Muccino ha ricordato la sua consacrazione arrivata nel 2001 con il film ‘L’ultimo bacio’ dopo un periodo di gavetta in tv in cui entrò grazie al cugino, che lavorava a Mixer di Gianni Minoli.

“L’Ultimo bacio è stato il film che ha scompaginato, scatenato gli animi. Non era chiaro che etichetta mettermi addosso, non assomigliava a nulla. questa incapacità di capire che tipo di cinema facessi è stato motivo per cui ho avuto molto successo e molti detrattori. Vinse il Sundance, è restato nelle sale per sei mesi, ha incassato 33 miliardi di lire in anni in cui andavano Pieraccioni e Aldo Giovanni e Giacomo” ha osservato Muccino, regista di un film che ha spinto una nuova generazione di attori come Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno e Pierfrancesco Favino, definiti come “un gruppo rimasto in primo piano nel panorama del cinema italiano, legati anche tra di loro”.

Gabriele Muccino: “La rottura con mio fratello Silvio è come un lutto. Non lo vedo dal 2007”ultima modifica: 2021-10-08T14:17:08+02:00da maross8