Andrea Vianello racconta il dramma dell’ictus: “Mi ha quasi ucciso, ho perso l’uso della parola… ma ora ho riscoperto il gusto per la vita”

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Il direttore di RaiNews24 racconta nuovi dettagli del suo dramma. Che non ha ancora completamente superato. Andrea Vianello, ad oltre due anni dall’ictus che lo mise in pericolo di vita, ricorda quei momenti drammatici vissuti all’età di 57 anni: “Mi aveva quasi ucciso. Avevo perso l’uso della parola. Ora ho riscoperto il gusto per la vita, fatta di famiglia e (anche) convivialità intorno alla tavola”.

Il giorno più difficile l’ha ancora stampato bene in testa. E il direttore di RaiNews24 ne parla al Corriere della Sera: “È sabato mattina, uno di tanti. Ho ancora quel cocciutissimo mal di testa della sera prima. Passerà, mi dico. E intanto faccio colazione. Tuffo un biscotto nel latte, poi afferro il cucchiaio con la mano destra per ripescarlo prima che diventi poltiglia. Sì, la mano destra. Che però non risponde. Sembra scomparsa. Chiamo mia moglie. Francesca arriva trafelata: “Che succede?”, domanda. La mia risposta è chiara o almeno penso: “Ceritturgra, mathra, titdiiiadotaio”. Lei non capisce. Io non capisco: parlo una nuova lingua, eppure quel che voglio dire è chiaro: “Mrlaiofoourhdka uhfe giumhu”. Sono arrabbiato con me, furibondo con lei. Possibile che non mi capisca?”

La moglie Francesca capisce subito la gravità della situazione. È il 2 febbraio 2019. Chiama i soccorsi e con voce ferma descrive tutti i sintomi. Presto Andrea è in sala operatoria, che lui rammenta a flashback nel suo libro Ogni parola che sapevo: “il neon sul soffitto, gli infermieri dietro a un vetro, un dottore che sa il fatto suo e quella mano, quella dannata mano che ciondola sul fianco… Io provo a parlargli, lui non mi sente. Mi addormento. Penserà lui a me”. Si scoprirà che è stato operato perché oltre all’ictus ha avuto un problema di dissecazione della carotide.

Subito dopo deve ricominciare, perché non riesce a parlare e a chiamare per nome i suoi figli Maria Carolina, Goffredo e Vittoria. E prova vergogna. Ma ci vuole tempo per rimettersi in sesto, con una lunga riabilitazione: “Pian piano sono riuscito a mangiare da solo, con sapori più intensi di quelli dell’ospedale. Suggestioni? Di sicuro mi stava tornando il gusto per la vita ritrovata, da riassestare certo, ma ritrovata. C’era una cosa che proprio rigettavo: la vista dei ragazzi. Avevo un terrore folle di farmi sgamare debole e spaurito. Non sapevo neppure pronunciare i loro nomi. E dire che ci provavo ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. Me li ero fatti scrivere su un foglio che era diventato la mia Bibbia. Cominciavo da Maria Carolina: troppe sillabe. Poi Goffredo, un nome esoterico e inerpicato, praticamente una sciarada. Quindi passavo oltre, a Vittoria che, con una certa soddisfazione, era diventata la mia “Bitoria”. Insomma, c’ero quasi. Ma era un po’ pochino: uno su tre e neppure corretto. Come potevo incontrarli?”

Arriva il giorno dei 17 anni di Goffredo. Andrea esce finalmente dalla clinica per incontrare i familiari: “La prima a scendere dalla macchina è stata Vittoria, seguita da Maria Carolina, quindi Goffredo con gli occhi nascosti dietro a un paio di occhiali da sole e la sua consueta ritrosia. “Evviva!”, ricordo di avere detto. “Evviva. Sono qua. Tutto bene”, senza sbagliare una sola parola: che stessi diventando un “afasico fluente”? Chissà… Poi Francesca ha impugnato la situazione, ha fatto salire tutti in auto — lei alla guida, io copilota — e via, destinazione Appia Antica dove ci attendeva il ristorantino scelto insieme”.

Ci sono alcune cose, anche a tavola, che gli sono rimaste impresse: “Come quella delle uova sode: dopo l’ictus non sapevo come mangiarle. Dovevo rompere il guscio, ma in che modo? Il coltello, la mano, l’uovo che schizzava via appena lo toccavo… Era tutto un rebus. Che ancora una volta ha risolto Francesca. Sempre al mio fianco, sensibile, determinata, irrinunciabile. Senza lei tutto sarebbe incomprensibile”.

Andrea Vianello racconta il dramma dell’ictus: “Mi ha quasi ucciso, ho perso l’uso della parola… ma ora ho riscoperto il gusto per la vita”ultima modifica: 2021-04-29T16:51:22+02:00da maross8